Un primo significativo strumento di conoscenza della situazione patrimoniale e agricola di Brebbia fu certamente il perticato rurale del 1558: un'imposta che fissava una certa somma per pertica di terra.
Brebbia contava 7000 pertiche divise tra proprietari laici ed enti ecclesiastici.
Una pagina del registro dei nati, del seicento. I nobili possessori di terre risiedevano a Milano o a Besozzo e tra i pochi possidenti abitanti a Brebbia molti erano mugnai e abitavano in località Ronchée.
Un quarto dell'intero territorio comunale era classificato come arativo, una parte era tenuta a vigneti, un'altra a prati e pascoli ed infine una buona area era paludosa.
Alla fine del cinquecento si registrò un calo della popolazione dovuto probabilmente a due epidemie di peste. In questo periodo la vita media si aggirava intorno ai quarantacinque anni.
Un'ulteriore epidemia "la Peste Manzoniana" si verificava nella prima metà del 1600 a seguito delle invasioni Spagnole e Francesi. Questa colpì anche Brebbia tra il 1629 e il 1631 con una drastica diminuzione della popolazione, tanto che nel 1636 si contavano solo 45 "fuochi" o nuclei familiari.
Un'ulteriore epidemia "la Peste Manzoniana" si verificava nella prima metà del 1600 a seguito delle invasioni Spagnole e Francesi. Questa colpì anche Brebbia tra il 1629 e il 1631 con una drastica diminuzione della popolazione, tanto che nel 1636 si contavano solo 45 "fuochi" o nuclei familiari.